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Cosa devono sapere i datori di lavoro sulla Generazione Z

 
  • La Generazione Z è generalmente definita come l’insieme delle persone nate tra il 1996 ed il 2012. Dato che i primi a rientrare in questa generazione hanno ormai vent'anni, molti di essi stanno iniziando a muovere i primi passi nel mondo del lavoro.
  • La pandemia di COVID-19 ha avuto un enorme impatto sull’inizio delle loro carriere. Alcuni, infatti, hanno perso la prima opportunità di lavoro oppure hanno visto interrotti gli ultimi anni di istruzione.
  • In questa nuova era del mondo del lavoro le aziende devono assicurarsi di comprendere al meglio la Generazione Z (Gen Z) – incluso tutto ciò che li motiva – allo scopo di creare il perfetto ambiente di lavoro per attrarli e trattenerli.
Da che cosa, quindi, la Gen Z differisce rispetto alle altre generazioni, che attualmente dominano il mercato del lavoro – ossia Millennials, Generazione X e Baby Boomers?

 

Le quattro caratteristiche distintive della Generazione Z e cosa significano per le organizzazioni

 

1. La Generazione Z è quella più diversificata di sempre, con le opinioni e le aspettative più inclusive

Secondo l’analisi dei dati del Census Bureau da parte del Pew Research Center, il 48% dei componenti della Gen Z negli USA sono minoranze razziali o etniche, rispetto al 39% dei Millennials, al 30% della Generazione X e al 18% dei Boomers. Non solo, ma la Generazione Z sembra avere anche visioni ed aspettative molto più inclusive rispetto a quelle precedenti.

Un sondaggio condotto dalla BBC nel Regno Unito rivela che la Gen Z risulta più preoccupata sui pregiudizi nei confronti delle persone LGBTQ+, sull'uguaglianza di genere e sul razzismo rispetto alle generazioni più anziane. Inoltre, Il New York Times ha descritto la Gen Z come in possesso di “una visione non convenzionale sul gender e l’identità”. Essi presentano infatti una reale apertura mentale e consapevolezza in materia di gender e sessualità - in definitiva inteso come identità. Molti giovani della Gen Z, ad esempio, sono soliti includere il proprio pronome preferito nella firma digitale o nelle bio dei social media. Una ricerca in Brasile mette inoltre in evidenza anche queste caratteristiche generazionali: è stato rilevato che il 60% delle persone appartenenti alla Gen Z sono dell’idea che coppie dello stesso sesso dovrebbero avere la possibilità di adottare bambini – il 10% in più rispetto alle altre generazioni.

Cosa significa tutto ciò per le aziende? Come riportato sul Washington Post, la Generazione Z è alla ricerca di prove sulla dedizione dei datori di lavoro verso i temi della diversità e dell'inclusione. In effetti, negli Stati Uniti, il 77% della Generazione Z ha indicato che il livello di diversità di un'azienda influisce sulla loro decisione di lavorare lì. Quindi, l'impegno di un'organizzazione per l'uguaglianza, la diversità e l'inclusione – e le modalità con cui lo comunicano – è evidentemente un fattore chiave da valutare per le persone della Generazione Z nel momento in cui valutano nuove opportunità di lavoro.

2. Il COVID-19 ha avuto un impatto negativo su percorsi di studio della Generazione Z e sull’ingresso di queste persone nel mondo del lavoro

Sebbene tutte le generazioni abbiano sofferto per le conseguenze economiche causate dalla pandemia, è evidente che la Gen Z sia stata colpita con la perdita di posti di lavoro e con il più alto tasso di disoccupazione. All’inizio di Marzo 2020 il Pew Research Center registrava che il 50% delle persone appartenenti alla Generazione Z negli Usa affermava che loro stesse o qualcuno facente parte della famiglia avesse perso il lavoro o che non ricevesse una retribuzione a causa della pandemia dovuta al Covid-19. Le cifre equivalenti per i Millennials, Generation X e Boomers risultavano molto più basse (rispettivamente 40%, 36% e 25%).

La Gen Z ha affrontando grandi sfide anche per quanto riguarda il proprio percorso di studio: alcuni esami sono stati cancellati, molte delle tradizionali modalità di apprendimento universitario sono state trasferite online e i programmi di laurea sono cambiati. Gli studenti hanno visto interi anni - di solito considerati come i “migliori della propria vita” - annullati. Come affermato da Lauren Stiller Rikleen per Harvard Business Review: “In generale loro stanno vivendo l’esperienza del più grande trauma nazionale dalla Grande Depressione e dalla Seconda Guerra Mondiale.”.

Perciò cosa significa questo per le aziende che vogliono attrarre i candidati appartenenti alla Generazione Z? Come afferma il nostro CEO, Alistair Cox: “In qualità di business leader, non possiamo semplicemente rimanere a guardare, non mostrare interesse e lasciare che questa generazione sperimenti un tale sconvolgimento senza fare tutto il possibile per sostenerla. È nostro dovere agire!». È necessario costruire un ambiente di lavoro che permetta alle persone della Gen Z di crescere professionalmente, una volta entrati a far parte del vostro team:

1. Fornire supporto adatto per il benessere mentale ed il wellbeing. L’American Psychological Association (APA) riporta che coloro che appartengono alla Gen Z sono “significativamente più inclini a ricercare aiuto professionale per problemi legati al benessere mentale rispetto alle generazioni passate. Anche prima della pandemia, la Generazione Z ha dimostrato alti livelli di ansia e depressione rispetto alle persone più anziane. Essa si aspetta e vuole che le aziende offrano un pronto supporto per le proprie necessità, qualora ne avessero bisogno.

2. Essere consapevoli del probabile aumento del gap di competenze tra la Gen Z rispetto alle generazioni precedenti a causa dell’interruzione dei piani di studio. Come Rikleen nota per Harvard Business Review: “Ora che i loro percorsi formativi sono stati stravolti, le aziende e gli altri dipendenti devono avere molta pazienza nell’attendere che la Gen Z si adegui all’attuale mondo del lavoro ed avere più focus sul mentoring intergenerazionale e sul supporto da fornire a questi giovani professionisti.”.

3. La Generazione Z è nativa digitale

La Gen Z non ha mai conosciuto un mondo senza Internet. Sono abituati a ad avere informazioni a loro portata di mano attraverso i motori di ricerca e i social media. Per loro è normale intessere connessioni istantanee e virtuali, ed utilizzarle per creare e stabilizzare relazioni. La tua azienda deve essere in grado di fornire quelle piattaforme e quelle opportunità che permettano a queste persone di accedere rapidamente alle informazioni e di stabilire connessioni virtuali mentre lavorano, soprattutto perché i modelli di lavoro a distanza e ibridi stanno diventando la nostra nuova "normalità".

Qualora siano stati assunti da remoto dei nuovi dipendenti appartenenti alla Generazione Z, è importante ricordarsi che anche se dimostrassero un’ottima confidenza con la tecnologia, potrebbero aver bisogno di ulteriore supporto per completare il processo di onboarding. Come Alistair Cox ha spiegato in precedenza: “Sì, loro sono una generazione di esperti nativi digitali, ma le ricerche dimostrano che il 45% degli appartenenti alla Gen Z e i Millennials già presenti nel mondo del lavoro sembra non abbiano mai lavorato da remoto prima dell’arrivo della pandemia, perciò bisogna dar loro tutto l’aiuto di cui necessitano per andare avanti nella costruzione della propria carriera professionale.”.

E non bisogna dimenticarsi anche degli aspetti più pratici dell'onboarding e del lavoro da remoto: i tuoi nuovi dipendenti appartenenti alla Generazione Z hanno uno spazio adeguato per lavorare da casa in modo produttivo? Hanno accesso ad una rete Wi-Fi? È una considerazione essenziale se stai cercando di costruire un ambiente di lavoro inclusivo.

4. Gli appartenenti alla Gen Z sono appassionati nel risolvere i torti nel mondo

Secondo McKinsey & Company, le persone apparteneti alla Gen Z “si mobilitano per diverse tipologie di cause. Loro credono profondamente nell’efficacia del dialogo per risolvere conflitti e migliorare il mondo.”. Solo un esempio dell’impegno della Generazione Z per trasformare il mondo è la decisione – come riportato dal World Economic Forum (WEF) – di oltre 30.000 studenti francesi provenienti da oltre 300 università di firmare un accordo per cui lavorare solo in aziende attente all'ambiente.

Cosa significa questo per le aziende? Sottolinea l’importanza per i datori di lavoro di mettere molto impegno in quello che fanno, permettendo ai dipendenti di sentirsi come se stessero apportando benefici a tutta la società. Come sottolineato dal WEF, lo scopo è “lo strumento più potente a disposizione delle aziende per soddisfare le esigenze intrinseche dei nuovi talenti”. Tuttavia, creare solamente un nuovo scopo non basta; va aggiunto che: "Per questa nuova generazione non è sufficiente che i loro datori di lavoro abbiano uno scopo convincente. Loro vogliono vedere i propri obiettivi realizzarsi in modo autentico attraverso azioni audaci.”.

Il nostro CEO ha riflettuto anche sul modo in cui le aziende possono fornire ai dipendenti un obiettivo personale: “Lavorando in un'organizzazione orientata ad uno specifico scopo – una realtà che risulti allineata al nostro sistema di valori – siamo capaci di trovare conforto nel fatto che, in quanto parte di un team, saremo più capaci di avere un impatto positivo sul mondo che vorremmo creare.”.

Perciò, adesso conosciamo meglio alcune delle caratteristiche principali della Gen Z ed il motivo per cui sia così importante per le aziende non ignorarle. In sostanza, queste persone hanno una diversa attitudine verso i temi legati alla diversità e all’inclusione, rispetto alle generazioni passate, ricoprono ruoli in ambito digital sul posto di lavoro e cercando organizzazioni che si assumano la responsabilità di migliorare il mondo.

 

Autore: Jessica Wang - Managing Director, Hays China

Jessica ha quasi vent'anni di esperienza professionale nel recruitment e nella gestione del personale nel mercato cinese. È entrata in Hays nel 2013 e ha costruito con successo il suo business fino a diventare uno dei maggiori partner di recruitment nel mercato della Cina settentrionale sia per clienti internazionali che nazionali. Nel luglio 2021 è stata promossa a Managing Director di Hays China, con la responsabilità generale sugli uffici di Shanghai, Pechino, Suzhou, Guangzhou e Shenzhen. Come membro del Consiglio di Amministrazione di Hays Asia, la passione di Jessica si estende oltre il recruitment. È presidente dell’Hays Asia Diversity & Inclusion Steering Committee, dove guida un team di leadership per supervisionare e definire la più ampia agenda di D&I per la region. Prima di entrare in Hays, Jessica ha ricoperto varie posizioni di leadership in una società leader di ricerca specializzata nel recruitment in ambito IT, banking e corporate functional roles in tutta la Cina.

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