Giornata mondiale della salute mentale 2020

Giornata internazionale della salute mentale 2020

Quasi 4 lavoratori su 10 affermano che la propria salute mentale ed il proprio benessere sono stati influenzati negativamente durante la pandemia di Covid-19, questo è quanto emerge da una recente indagine internazionale condotta da Hays.

Il 37% dei lavoratori intervistati afferma che la propria salute mentale ed il proprio benessere sono stati influenzati negativamente durante la pandemia.

Il 42% degli intervistati che hanno dichiarato di essere stati influenzati negativamente afferma di non aver ricevuto supporto dal proprio datore di lavoro.
 
Hays ha intervistato oltre 1.800 professionisti in vista del “World Mental Health Day”, che ricorre il 10 Ottobre, per avere una visione chiara di quelle che sono state le loro esperienze personali legate al benessere ed alla salute mentale durante la pandemia e per comprendere se abbiano ricevuto un adeguato supporto dal proprio datore di lavoro.
 
Commentando i risultati, Sandra Henke, Group Head of People & Culture di Hays, afferma: “È preoccupante apprendere che il 37% dei professionisti abbia riscontrato un effetto negativo sul proprio benessere e sulla propria salute mentale durante questo periodo. Come anche fa riflettere osservare che il 42% di coloro che ne sono stati influenzati negativamente afferma di non aver ricevuto alcun supporto dal proprio datore di lavoro. La salute e la sicurezza di tutti i lavoratori devono essere un obiettivo primario per le aziende ed è un dovere assicurare ai propri collaboratori di ricevere il supporto necessario. Questo diventa ancora più importante quando una larga parte delle persone ha lavorato da remoto e potrebbe non essere stata così vicina a colleghi e manager. “.
 
Mentre le misure messe in atto dai Governi locali per provare a bloccare il diffondersi del virus si stanno gradualmente allentando in molti Paesi, ci si aspetta che sarà presente per un po’ di tempo una sorta di distanza sociale, il che significa che ai lavoratori potrebbe essere richiesto di lavorare da casa per un certo periodo oppure lavorare attraverso un modello ibrido – in cui le persone vengono suddivise tra lavoratori in ufficio e lavoratori da remoto.
 
Sandra continua: ”In tutto il mondo molte persone hanno dovuto fronteggiare sfide diverse durante la pandemia, che vanno dal tentare di destreggiarsi tra impegni al di fuori del loro lavoro, al sentirsi isolati fino ad affrontare la morte di una persona cara. L’esperienza della crisi che ciascuno ha fatto è stata differente e per le aziende può essere difficile identificare chi ha bisogno di aiuto, specialmente quando la visibilità dei lavoratori non è più grande come prima.  Tuttavia, ci sono azioni che un’azienda può mettere in atto per proteggere il più possibile la salute mentale ed il benessere dei propri dipendenti. Questo è più di un semplice dovere, significa assicurare che le organizzazioni realmente supportino le persone durante quello che è un tempo difficile per tutti.”.
 
Ci sono diversi accorgimenti attraverso cui le aziende possono garantire che il benessere dei dipendenti rimanga al centro della propria strategia di gestione del personale.
 

Rimanere in contatto

Sandra afferma: “Assicurarsi di continuare ad avere incontri face-to-face con il proprio team, anche se questo significa utilizzare tecnologie di videoconfrenze al posto di meeting in presenza. È importante che i canali di comunicazione rimangano aperti, in modo che i dipendenti possano sentirsi coinvolti ed esprimere le proprie preoccupazioni ed ansie, e questo diventa particolarmente necessario quando non si vedono i membri del proprio team con cadenza regolare. Inoltre, è bene utilizzare questi momenti non solo per parlare di lavoro, ma prendersi del tempo per confrontarti con i colleghi e porre domande sulle loro esperienze e su come le stanno gestendo.”.
 
Emma Mamo, Head of Workplace Wellbeing presso Mind (UK mental health organization), recentemente ha commentato all’interno di un podcast di Hays Worldwide: “Ho raccomandato ad aziende e manager di avere conversazioni regolari con i membri del proprio team, quotidianamente o con qualsiasi altra frequenza che risulti per loro ottimale. Penso sia importante che durante questo tempo vengano sempre poste domande del tipo: “Come stai? C’è qualche cosa che posso fare per aiutarti?” perciò, provare a mantenere un dialogo aperto e fare in modo che diventi parte delle interazioni con le persone sicuramente aiuterà.”.
 

Fare attenzione ai segnali

Sandra ci offre questo consiglio: “I manager devono educare se stessi su come poter identificare segnali di stress all’interno dei propri team, specialmente durante questo tempo estremanete difficile. I segnali da controllare sono stress e/o frustrazione nello svolgere il proprio lavoro, distanziamento emotivo dagli altri o sentirsi prosciugati e senza energie – tutti questi aspetti possono essere più difficili da comprendere nel momento in cui le persone lavorano da remoto.”.
 

Rendersi disponibili

Sandra commenta: “Devi rendere le persone del tuo team consapevoli del fatto che ti interessi del loro benessere e della loro salute mentale e che sei disponibile, qualora avessero bisogno di te. Essere un leader compassionevole ti darà modo di assicurare al tuo team di rimanere in buona salute e che sappia dove trovarti in caso di qualsiasi necessità. Cerca di comprendere quale tipo di supporto può essere messo a loro disposizione all’interno della tua azienda ed assicurati che il tuo team sappia cosa fare in caso di difficoltà.”.
 
Emma Mamo, propone anche questo consiglio: “Penso che un buon leader debba innanzitutto ascoltare più che parlare, e penso che in questo momento ciò sia più importante che mai. Dobbiamo certamente agire, ma penso che le aziende e i manager debbano anche mettersi in modalità di ascolto e comprendere dai propri lavoratori quello che va e quello che non va.”.
 

Considerare le persone singolarmente

Sandra afferma: “I lavoratori torneranno in ufficio, o sono già ritornati, con esperienze diverse e con differenti punti di vista, è importante che i leader ricordino questo e che non considerino la salute ed il benessere dei propri team come un’unica dimensione. È ora necessario più che mai dimostrare empatia e lavorare al meglio per comprendere il modo in cui  ogni persona abbia affrontato le difficoltà e per supportarle individualmente, in base ai specifici bisogni di ognuno.”.
 
Mentre la pandemia continua, c’è la possibilità che la salute mentale ed il benessere dei lavoratori vengano influenzati negativamente, e questo comporta che le aziende debbano impegnarsi al massimo per supportare il proprio staff in questo periodo così difficile.
 
 
 
Sono state rivolte agli intervistati domande in merito alla loro attuale situazione lavorativa, e le risposte sono state raccolte tra il 31 Luglio ed il 22 Settembre su www.social.hays.com.

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